Prestiti ai protestati?: il trend economico negativo che si è diffuso in Italia, così come in tutta la zona Euro, dopo la crisi del biennio 2008-2009, ha portato effetti avversi anche sull’economia reale.
Questo ha causato nuove difficoltà per la popolazione di far circolare il proprio denaro ed i propri risparmi, nonché la conseguente stretta sul credito da parte di qualsiasi istituto creditizio.
In questa congiuntura economica, banche ed affini non intendono garantire l’elargizione di nuovo circolante, sia esso rappresentato da somme cospicue o esigue, senza scrupolose indagini in merito.
Il primo punto che gli enti intendono valutare è l’affidabilità economica del soggetto richiedente, il suo pregresso in materia di restituzione prestiti e le garanzie che egli è in grado di proporre.
Dunque a livello macroeconomico si verifica un andamento paradossale.
Da un lato i consumatori sono alla ricerca di liquidità per corrispondere eventuali impegni economici già in maturazione, a volte spinti dalla necessità di ottenere denaro per poter far fronte a nuovi progetti economici nell’immediato futuro.
Dall’altra il clima di incertezza porta gli enti creditizi a centellinare la concessione dei prestiti.
Punto cruciale sarà rappresentato dalla valutazione che tali istituti compiranno sul richiedente, analizzandone il pregresso creditizio.
Dunque tutti coloro che in passato non hanno saputo rispettare le scadenze, chi ha subito protesti, chi ha subito pignoramento di beni siano essi mobili o immobili, otterranno una valutazione negativa che non faciliterà l’ottenimento della somma richiesta.
Accesso al credito, nessun prestito ai protestati?
Il ‘CRIF’ Centrale Rischi Finanziari analizza il DNA creditizio dell’individuo mediante una minuziosa valutazione del suo storico, attribuendo una proiezione realistica sulla sua potenziale solvibilità futura.
Il giudizio negativo affiancherà il nominativo del richiedente per cinque anni, tempo in cui la sua anagrafica verrà inserita nel registro informatico protesti, un servizio gestito dalla Camera di Commercio.
Nonostante le premesse compiute, rimane prematuro sostenere che per i protestati le vie di accesso al credito siano completamente chiuse, tuttavia per questa categoria di richiedenti la ricerca sarà più lunga, complicata e dovrà comportare inevitabilmente maggiori rinunce da parte del soggetto richiedente.
Risulta difficile uscire dalla lista degli insolventi prima del decorrere dei cinque anni, per cui se si vuole inoltrare concretamente una richiesta di prestito auspicando un esito positivo.
Il richiedente deve dimostrare di avere un impiego quanto più stabile e duraturo, presentando la busta paga o il cedolino che attesta il regolare ottenimento della pensione.
Avere un impiego fisso, potrebbe essere una base di partenza per cercare di depenalizzare il giudizio negativo ottenuto dal CRIF e di far rivalutare all’istituto di credito la propria posizione negativa.
Altri elementi che possono incidere sull’esito della concessione del prestito riguardano l’eventuale dimostrazione del richiedente di non aver subito pignoramenti, ma di essere stato iscritto nelle liste del registro informatico protesti per cause meno gravi e con conseguenze minime.
Quindi la pesantezza del giudizio iniziale del Centro Rischi Finanziari.
Chi ha maturato un ritardo di pagamento solo per un breve lasso di tempo e per una quota ben contenuta, avrà una condizione di insolvenza di gravità ben inferiore a chi ha sistematicamente evitato ogni pagamento rateale in maniera protratta nel tempo.
Se si dovessero verificare queste determinate condizioni, il protestato avrà certamente maggiori possibilità di ottenere il prestito richiesto; quali sono le possibili soluzioni?
Prestiti ai Protestati: la cessione del quinto
La soluzione più diffusa è il prestito mediante la cessione della quinta parte del netto mensile dello stipendio o della pensione del richiedente, uno strumento valido sia per i pensionati che per i dipendenti pubblici o privati.
Cciò esclude automaticamente i liberi professionisti ed altri lavoratori autonomi.
Il prestito che contempla la cessione del quinto infatti, viene erogato nel caso in cui il richiedente dimostri di avere regolare contratto con condizione lavorativa di dipendente a tempo indeterminato, dunque non possono attingere a questo strumento finanziario i semplici possessori di partita IVA.
La cessione del quinto ha un funzionamento molto intuitivo: la rata del prestito contratto viene detratta in maniera automatica dal percepito netto mensile, questa metodologia funge da garanzia diretta per l’istituto erogatore.
Dopo che il protestato ha presentato tutta la documentazione necessaria, la banca o altro istituto di credito provvederanno ad accordarsi direttamente con il datore di lavoro o con l’ente previdenziale indicando la quota cedibile.
In modo tale che saranno questi ultimi a trattenere la somma convenuta, al momento in cui verrà corrisposto lo stipendio o la pensione.
Altre possibilità di prestiti ai protestati: il prestito delega.
Anche questo strumento finanziario è valido per richiedenti con un contratto a tempo indeterminato.
Ha una durata estensibile fino a dieci anni e consente di ricevere una somma di denaro fino al doppio di quella che si può ottenere con la soluzione vista precedentemente.
Il suo vantaggio principale è facilmente ipotizzabile, consente infatti al protestato di ottenere una somma più alta con una rata fissa e costante per il periodo in cui matura il finanziamento.
Tuttavia questa tipologia di prestito rispetto ad una comune cessione del quinto, non è una soluzione ampiamente utilizzata, in particolar modo da chi percepisce un reddito medio – basso, in quanto rappresenta di fatto una stretta notevole sul proprio stipendio, con una quota cedibile pari fino al 40% del netto.
Soluzioni alternative: prestiti ai protestati con garante e prestito cambializzato.
Considerato il periodo economico attuale tuttavia, non è facile avere un lavoro a tempo indeterminato da porre a garanzia per l’ottenimento di una richiesta di prestito.
Se il richiedente protestato non ha un posto fisso deve trovare delle soluzioni alternative, ad esempio scegliendo il prestito personale con garante.
Con questa modalità finanziaria, l’utente protestato per attingere al prestito – non potendo dare lui stesso delle garanzie valide e credibili – deve rivolgersi ad una terza persona che solitamente è un parente, uno stretto familiare, una persona a lui particolarmente vicina.
La valutazione creditizia in questo caso viene traslata sulla figura garante, per capire se questi potrà rispondere ad eventuali ritardi di pagamento o mancati versamenti da parte di chi fruisce della somma erogata.
Le modalità di analisi dell’affidabilità economica del garante sono sempre le stesse: stabilità lavorativa dimostrabile, dichiarazione dei redditi, busta paga.
Il prestito cambializzato è un’ulteriore via alternativa per il protestato che non ha la possibilità di avvalersi delle altre tipologie di prestito.
Il richiedente ottiene la somma desiderata a seguito della sottoscrizione di cambiali, evitando dunque la minuziosa valutazione del Centro Rischi Finanziari.
L’aspetto negativo che limita l’utilizzo di questo prestito, consiste soprattutto nell’applicazione di tassi di interesse solitamente superiori alla media.
Notizie fornite da: www.prestitiaiprotestati.com
Tags: prestiti ai protestati,